L’emergenza inondazioni urbane è ancora un problema troppo sottovalutato. Le previsioni degli esperti non sono rosee. Nel resto del mondo, molte città stanno correndo ai ripari. Ecco cosa stanno facendo per prevenire le inondazioni urbane
Sono anni che si parla di inondazioni urbane e di allarme per le infrastrutture urbane inadeguate a reggere il peso del cambiamento in atto.
Il rapporto “Analisi del Rischio. I cambiamenti climatici in sei città italiane“, realizzato dal Centro Euro-Mediterraneo sui Cambiamenti Climatici (Cmcc), ha illustrato gli scenari nel caso in cui si verifichi un aumento di temperatura pari a due gradi centigradi.
Lo studio del Cmcc ha preso in considerazione la situazione del clima negli ultimi 30 anni in 6 città italiane: Bologna, Milano, Napoli, Roma, Torino, Venezia. Qui, gli aumenti registrati fanno segnare una significativa tendenza di crescita delle temperature. In particolare, l’indicatore delle notti tropicali (quando la temperatura non scende mai al di sotto dei 20 gradi) è quello che desta più preoccupazione.
Con un +2°C di temperatura media rispetto a fine XXI rispetto al secolo precedente, si attende l’aggravarsi degli eventi estremi di precipitazione e un aumento di intensità degli allagamenti. Il clima attuale infatti alterna lunghi periodi di siccità a giorni di pioggia intensa e concentrata in poche ore.
Inondazioni urbane e rimedi
In sintesi, le città italiane sono sempre più calde e più a rischio di allagamenti, tali da danneggiare le attività produttive e da mettere in serio pericolo l’incolumità delle persone, specie dei soggetti più deboli. Addirittura si parla di inondazioni urbane.
Queste ultime sono determinate dall’eccessiva impermeabilizzazione delle superfici (per via dell’asfalto) e dall’inaridimento dei terreni. Se a tutte queste problematiche, abbiniamo un sistema fognario incapace di assorbire grandi quantità di acqua che si riversano nelle strade in occasione di eventi meteorologici estremi, la situazione diventa a dir poco drammatica.
Fortunatamente, in alcune città all’estero gli studiosi hanno approfondito per tempo questi fenomeni, evidenziando alcune vie d’uscita e soluzioni efficaci.
Hanno compreso che l’asfalto è il peggiore dei materiali da utilizzare per la pavimentazione stradale delle città.
Primo perché inquina terra, acqua e aria senza soluzioni di continuità.
Secondo perché impermeabilizza le superfici, impedendo all’acqua di essere assorbita dal terreno.
Terzo perché la fognatura collegata è insufficiente rispetto alle necessità di smaltimento in presenza di eventi estremi.
La soluzione alle inondazioni urbane è stata individuata in speciali pavimentazioni stradali filtranti che permettono ai terreni di “respirare” e di far defluire grossi quantitativi di piogge.
I sistemi di pavimentazioni stradali filtranti sono altrettanto resistenti e durevoli rispetto ai tradizionali materiali.
Non sono da confondere con quelle drenanti.
Entrambi sono masselli autobloccanti ma hanno natura differente.
Quelle drenanti hanno cellule aperte che sono piene di ghiaia o erba e sono progettate per far entrare l’acqua nelle loro superfici, essere detenuta nella base rocciosa e assorbite nel terreno sottostante.
Quelle filtranti invece hanno una superficie porosa che imita naturalmente e ricrea il modo in cui il terreno reagisce all’acqua piovana. La velocità con cui l’acqua drena in superficie dipende dal tipo specifico di sistema di pavimentazione permeabile utilizzato.
A differenza dell’asfalto non inquinano per due ragioni.
La prima risiede nel tipo di installazione che avviene a secco senza uso di malte cementizie o conglomerati bituminosi.
La seconda ragione sta nell’utilizzo di materiali inerti, non tossici e non contaminanti.
L’acqua che attraversa queste pavimentazioni non viene infatti contaminata dagli idrocarburi tipicamente presenti nell’asfalto.
In Italia, l’uso di questa tipologia di soluzione è al momento limitata alla realizzazione di parcheggi e vialetti.
In realtà possono completamente sostituire l’asfalto.
Anche dal punto di vista dei costi, nel lungo termine le pavimentazioni stradali filtranti realizzate con masselli autobloccanti presentano costi assai inferiori. Addirittura del 30% in meno. Il segreto è nella ridottissima esigenza di manutenzione.
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Da più di 30 anni, specializzato in produzione di pavimentazioni autobloccanti ultra resistenti, ho deciso di mettere la mia esperienza al servizio della Comunità per contribuire a realizzare un nuovo concetto di strada urbana ecosostenibile